Per i fratelli Duffer, gli autori di Stranger Things, non era certo un'impresa facile tenere il passo della prima stagione di questa acclamatissima serie, che ha conquistato così tanti spettatori per la sua capacità, non solo di rievocare, ma di far rivivere gli anni 80 ai nostalgici e a chi non li ha mai visti con i propri occhi, senza penalizzare il contenuto di ciò che si vuole raccontare. Il rischio era quello di entrare in un loop di autocompiacimento citazionistico, ripetitivo e fine a se stesso, che avrebbe finito per annoiare, non apportando nulla di nuovo alla storia. Fortunatamente così non è stato, anzi la caratterizzazione dei personaggi, le interazioni fra loro e i legami che si sono instaurati (i nuovi e quelli che si consolidano) non hanno cessato di essere fondamentali nelle dinamiche del racconto, anzi si può dire che abbiano assunto addirittura maggior rilievo rispetto alla prima stagione.
Leggi tutto: Cosa ci ha colpito della seconda stagione di Stranger Things
Follow Us